La “memoria dell’acqua”: l’esperimento di Emoto

E’ davvero stupefacente comprendere come il nostro intento, attraverso pensieri, parole e simboli, possa modificare la materia. In questo articolo ti racconto il mio esperimento del riso tratto dagli studi sulla memoria dell’acqua di Masaru Emoto.

Ho voluto fare anche io il famoso esperimento del riso di Masaru Emoto per verificare l’effetto dei pensieri sulla materia. Sono già consapevole che è la coscienza a creare la realtà, ma ho voluto fare questo esperimento per portare una prova tangibile di come effettivamente il nostro intento (espresso con parole, forme, simboli) influenza la materia. Oggi la fisica quantistica, che studia la materia a livelli subatomici, è arrivata a spiegarci come l’osservatore condiziona la realtà e possiamo capire meglio il rapporto tra la coscienza e la realtà.

La memoria dell’acqua

Masaru Emoto è stato un ricercatore che ha dedicato la sua vita alla memoria dell’acqua riuscendo a dimostrare come l’acqua può registrare informazioni e come queste informazioni influenzino l’acqua stessa.

Ha utilizzato l’acqua per lasciare un messaggio prezioso per ognuno di noi, facendoci capire quanto siamo responsabili e quanto poco ne siamo consapevoli!
L’acqua è vita, l’acqua trasporta informazioni, noi siamo fatti di acqua, il mondo è fatto d’acqua, senza l’acqua non potremmo vivere.  Lo sanno bene coloro che cercano di manipolare e controllare questo bene così prezioso. Su questo tema (politico e sociale) si potrebbe parlare a lungo, ma non è questa la sede.

Tornando all’eredità di Masaru Emoto, voglio condividere con te l’immagine dei risultati dei suoi esperimenti sull’acqua, con i quali ha potuto constatare come variavano le forme dei cristalli in base alle diverse parole applicate all’acqua.

Cristalli acqua - Masaru Emoto
Forme dei Cristalli d’acqua – Esperimento Masaru Emoto

Ecco che così riusciamo a comprendere come l’acqua viene influenzata dall’intento, dal pensiero, dalla vibrazione di un suono o di una parola e ne memorizza l’informazione.

Le parole, come i pensieri, come i simboli (come tutto in realtà) sono energia che ha una vibrazione e una frequenza. Nell’esperimento infatti è chiaro come informazioni diverse influenzino l’acqua in maniera differente.

Il messaggio di Emoto ha stimolato la mia consapevolezza ed è arrivato a toccare aspetti spirituali molto profondi, con un semplice esperimento dove sentimenti di amore e gratitudine si trasformano in cristalli d’acqua dalle forme armoniose.

L’esperimento del riso

Così anche io ho provato fare il “famoso” esperimento del riso dove ho constatato come l’acqua del barattolo esposto a frequenze positive previene la muffa che invece si sviluppa e prolifera nell’altro barattolo.

Ho cotto del riso, l’ho scolato e l’ho messo in due piccoli barattoli aggiungendovi un pò di acqua.
Sul primo barattolo ho applicato un adesivo con la scritta “Ti amo” e per donare maggiori vibrazioni positive ho posto il barattolo sopra una piastra con il Fiore della Vita (puoi anche applicare un adesivo con il simbolo sul barattolo).
Nell’altro barattolo, invece, ho solo applicato un adesivo con la scritta “Ti odio”.
Oltre alle parole scritte nell’adesivo, è importante anche l’intento e l’emozione interiore, quindi ho cercato di proiettare consapevolmente queste emozioni di amore e di odio verso i due barattoli e infine li ho deposti in un ripostiglio buio.

Ho documentato il progresso in poco più di un mese, fotografando i vari stati di avanzamento. Ed ecco il risultato: nel barattolo con la scritta “ti amo” non si è sviluppata la muffa, mentre nell’altro è iniziato il processo di decomposizione.

Prova a riflettere sul fatto che il nostro corpo è fatto circa per il 70% di acqua.

Pensi che la qualità dei nostri pensieri possa influenzare il nostro stato emotivo e fisico? Pensieri positivi e armoniosi possono condizionare positivamente la tua realtà?

L’impiego preventivo e costante degli energizzatori VITASTIK e VITASHELL, permetterà all’acqua di cui siamo costituiti, di risintonizzarsi con la matrice di purezza originale, permettendo il raggiungimento di un equilibrio energetico più duraturo.

BASI SCIENTIFICHE DELLA MEMORIA DELL’ACQUA

Da Galileo a Benveniste, dal cannocchiale alla memoria dell’acqua 

La storia si ripete: la prima volta è una tragedia, la seconda una farsa.
Sembra proprio questa l’essenza delle vicende che dal Cinquecento al Novecento hanno caratterizzato lo sviluppo della scienza moderna con le vicende di Galileo e Benveniste: due numeri uno della scienza del loro tempo richiesti di abiurare quanto osservavano nel cannocchiale e nel laboratorio, da poteri religiosi il primo [1] e “scientifici” il secondo, che avevano denunciato la non congruità di quanto da loro osservato, con quanto prescritto e scritto nelle cosiddette “scritture”. Che poi si tratti di Scritture Sacre o di quelle “scientifiche” di Nature poco importa: nella editorial reservation all’articolo di Benveniste e colleghi [2-2B] pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica americana, l’editore scrisse che i dati pubblicati erano fuori dalle leggi della fisica (“There is no physical basis for such an activity”) e mandò il mago James Randi a controllare che l’esperimento fosse privo di trucchi.

La natura di questi conflitti scientifici trova le sue radici nei problemi di metodo che già uno dei grandi Padri del Rinascimento – Bernardino Telesio – aveva affrontato nel suo lavoro, riassunto da Diego Fusaro, il quale scrive [3]:
«Il titolo dell’opera fondamentale di Telesio (La natura secondo i propri principi, ndr) è programmatico: la natura deve essere studiata e interpretata secondo i principi ad essa propri, senza fare ricorso a modelli precostituiti ed estrinseci.
Tale nuova considerazione della natura venne anticipata nell’opera di Telesio la quale, staccandosi dalla visione magica, affermò che l’uomo non deve imporre i suoi schemi a priori alla natura, ma deve scoprirne umilmente le leggi interne che ne regolano la vita e che sono sconosciute ai più. L’accusa rivolta alla scienza del passato fu, dunque, di essere stata boriosa e superba, incurante della vera realtà del mondo fisico: essa ingabbiò nei dogmi della teologia i fenomeni naturali, precludendosi una loro vera comprensione».
In epoca moderna lo stesso Albert Einstein e ancora prima di lui Claude Bernard avevano messo in guardia la comunità scientifica contemporanea sul rischio di creare nuove chiese intorno ai grandi leader scientifici e alle loro teorie e scoperte. Claude Bernard soleva dire che «ciò che sappiamo è il principale ostacolo all’acquisizione di ciò che non sappiamo ancora».

È facile comprendere come anche grandi leader scientifici – tra cui Galileo prima e Benveniste poi – siano incorsi in un grande disagio personale, divisi tra la fedeltà alla scienza e alla verità osservata e la richiesta dei guardiani dell’ortodossia di turno di non disturbare il conducente, o meglio, di non andare fuori dalle leggi della scienza del tempo.

Per quel che riguarda le Sacre Scritture si sa come è andata a finire: di recente un Papa, dopo circa tre secoli, ha chiesto scusa a Galileo. La questione Benveniste [4], rimane invece ancora aperta (sono passati solo 20 anni). Può, allora, essere utile fare il punto su una serie di risultati sperimentali che – vista la velocità di produzione della conoscenza nei tempi moderni – potrebbero essere riesaminati e accolti senza troppo disagio anche dai moderni inquisitori scientifici (tenendo anche conto del fatto che, trovandoci nel campo delle applicazioni tecniche e sanitarie in particolare, l’attesa per nuove soluzioni diagnostiche e terapeutiche, capaci di realizzare la terapia personalizzata e migliorare il rapporto rischi/benefici, è grande, nel mentre gli effetti avversi dei farmaci compromettono i grandi trionfi della farmacologia moderna [5]).

Chi era Benveniste
Nella prefazione al libro postumo di Benveniste La Mia Verità sulla Memoria dell’Acqua [6], Brian Josephson, premio Nobel per la fisica nel 1973 per i suoi lavori sui superconduttori accoppiati (definiti anche “effetto Josephson) scrive:
«Ho incontrato Jacques Benveniste per la prima volta in occasione di una conferenza che si tenne alle Bermuda, nei mesi che precedettero la pubblicazione del suo controverso articolo apparso su Nature nel 1988, quando ero ben lontano dall’immaginare la piega che avrebbero preso gli eventi. In seguito, siamo rimasti sempre in contatto e Jacques mi ha tenuto costantemente informato sui progressi delle sue ricerche. Nel marzo del 1999, su mio espresso invito, ha tenuto una conferenza a Cambridge nell’ambito di un convegno di interesse generale organizzato dal dipartimento di fisica [7]. Lo avevamo convinto a parlare delle sue ricerche, consapevoli del loro interesse scientifico e delle potenziali conseguenze legate ai risultati ottenuti. Le sue ultime scoperte non erano meno sorprendenti. Ma non per il Laboratorio Cavendish di Cambridge che è stato palcoscenico di numerose e stupefacenti scoperte, nel corso degli ultimi centoventicinque anni. E per questo – benché i suoi lavori facessero discutere, suscitando controversie – avevamo deciso di non allinearci alle opinioni dominanti nella comunità scientifica e pertanto di non ignorare né censurare tali ricerche.

Durante il suo intervento, Jacques Benveniste presentò alcuni esperimenti nel corso dei quali, un segnale biologico registrato sul disco rigido di un computer veniva trasmesso, via internet, a un altro laboratorio sperimentale dove gli effetti specifici della molecola d’origine venivano trasferiti a un sistema biologico. Con la strumentazione che aveva portato con sé, Benveniste riprodusse, davanti ai nostri occhi, gli esperimenti più recenti che aveva compiuto, che si rivelarono assolutamente convincenti, tenuto conto del limitato tempo a nostra disposizione. La conferenza è documentata da un filmato realizzato nel nostro laboratorio che ci proponevamo di rendere noto nel futuro, non appena fosse stato consegnato il premio Nobel a Jacques Benveniste “per aver chiarito i meccanismi biologici relativi alla struttura dell’acqua”. Ed è veramente un peccato che tale onorificenza sia riservata soltanto agli scienziati ancora viventi. Sono convinto che il contributo scientifico del dottor Benveniste sarà un giorno riconosciuto come giustamente merita».

Dagli Ig Nobel ai Benveniste Award
In occasione della presentazione del libro di Benvenste all’Accademia dei Lincei [8], nell’autunno del 2006, avvenne un fatto molto grave: un personaggio importante del Dipartimento di Fisica della Sapienza di Roma – spalleggiato da altre personalità accademiche – riuscì a boicottare la presentazione, mettendo in difficoltà l’allora presidente dell’Accademia e gli accademici che avevano patrocinato l’evento, al quale aveva assicurato la sua partecipazione anche il dottor Mario Tiengo (scomparso in questi giorni, il 3 settembre 2010) [9]. Lo sconcerto prevalse, ma in pochi giorni fu organizzata una presentazione del libro all’Aula della Ginestra del Dipartimento di Chimica di Roma1 – a quel tempo ancora agibile [10]. Ci si può interrogare sulla natura dell’attività di questi esponenti di primo piano della comunità dei Fisici della Sapienza, i quali superarono palesemente molti dei limiti imposti dalla natura dialettica della ricerca scientifica.

In ogni caso dopo alcuni successi ottenuti da questo gruppo di “attivisti”, alcune attività relative alla divulgazione della figura e dell’opera di Benveniste furono trasferite, grazie ai buoni uffici di Mario Tiengo, presso l’Università Ludes di Lugano, diretta a quel tempo da Paolo Sotgiu, rettore poliedrico e illuminato che, nell’agosto del 2007 accolse gli archivi di Benveniste a Lugano. E così il 27 ottobre del 2007 – alla presenza del premio Nobel Luc Montagnier, di Ubaldo Mastromatteo e con il contributo scritto di Mario Tiengo [11] – fu inaugurato l’Archivio Benveniste presso l’Università Ludes di Lugano come si evince dallo splendido lavoro documentale in formato video di Francesco Bordino [12].

A fine settembre del 2007, nel frattempo, un altro evento scientifico internazionale aveva segnato la vicenda. Nel corso della VII Conferenza internazionale in Crimea “Cosmos and Biosphere” erano stati consegnati i primi Award Benveniste a dieci scienziati dell’ex Unione Sovietica [13]. L’evento è stato replicato nel 2009 con la partecipazione delle leadership scientifiche dell’Est europeo [14], come documentato dai colloqui con Larissa Brizhik, dell’Istituto di Fisica Teorica di Kiev [15], Vladimir Voeikov Chimico Organico dell’Università Lomonosov di Mosca [16], e Settimio Grimaldi del CNR di Roma [17].
Come si può constatare, le previsioni di Josephson sembrano realizzarsi e una rigorosa riflessione credo si imponga alla Comunità Scientifica che troppo goliardicamente aveva gestito le scoperte di Benveniste sugli effetti elettroquantistici a livello immunologico. Effetti quantistici già segnalati da Sir John Eccles, Premio Nobel per la Scoperta delle Sinapsi [18], il quale aveva introdotto i campi quantistici nel dinamismo sinaptico già negli anni Sessanta.

La pretesa di risolvere un caso sperimentale innovativo con un mago (si veda il sopracitato caso Nature), e liquidare le sue implicazioni con due Ig Nobel [19], indica come le peggiori previsioni di Claude Bernard e di Albert Einstein si siano pericolosamente realizzate: è tempo di risvegliarsi da una sorta di sonno glorioso per ritornare attivamente alla ricerca di base e applicata, la sola in grado di fornire le risposte operative ai non pochi quesiti posti dal nostro tempo – dai disastri climatici e ambientali, alle sfide poste dalle malattie degenerative e dal cancro.

L’evoluzione della biofisica quantistica in medicina e biologia
Una risposta può venire da una seria rivalutazione, da parte della Comunità Scientifica occidentale, dei grandi progressi della biologia e della chimica che poco si sono integrati con l’analogo sviluppo della fisica e della fisica quantistica.
Negli ultimi decenni, soprattutto sulla base del contributo teorico di Giuliano Preparata (1942-2000) e di Emilio Del Giudice [20-21], si è sviluppato un nuovo punto di vista sulla materia condensata fondato sull’uso sistematico dell’elettrodinamica quantistica coerente. La presenza di meccanismi coerenti alla base di molti fenomeni biologici appare evidente malgrado entri spesso in contraddizione con i principi della termodinamica classica. Infatti sembra difficile ipotizzare un mondo biologico che origini tutto dal caso, senza la presenza di meccanismi di autorganizzazione che operino a vari livelli (come messo in luce tra gli altri da Prigogine ).
Dopo Schodringer (autore del fondamentale volumetto What’s the life), la ricerca su un ruolo della fisica quantistica nei sistemi biologici ha proceduto con qualche difficoltà sia concettuale che sperimentale e i grandi protagonisti della ricerca sono stati spesso poco compresi, se non marginalizzati.

Lo studio dei SEP (Skin Electric Parameters) [22-23-24-25-26] – rilevabili sulla superficie cutanea tramite un ohmetro, a livello dei meridiani cinesi studiati come circuiti a resistenza variabile in risposta a segnali fisici misurabili (campo elettrico, magnetico) e non misurabili (potenziale vettore, ecc.) – potrebbe contribuire a meglio focalizzare le sottili interazioni biofisiche e biochimiche che sono state studiate a livello cellulare e a livello inorganico negli ultimi sessant’anni (Piccardi, Eccles, Trukan, Zhadin, Benveniste, [27-28-29-30]).
Recenti sviluppi tecnologici che sfruttano matematiche avanzate, una più ampia conoscenza del signalling cellulare e d’organo e i vertiginosi progressi dell’elettronica nelle tecnologie bioquanitstiche (Qx Scio, Metatron, [31]), impongono una rigorosa rivisitazione della materia, insieme alle Memorie Biochimiche [32] che si affiancano alla Memoria dell’Acqua, il cui studio ha fatto progressi impensabili sul piano teorico con Widom e coll. [33], e sperimentale con Montagnier e coll.[34] – dopo l’ultimo lavoro di Benveniste [35] presentato al Rettorato della Sapienza di Roma nel febbraio del 2002 alla conferenza in onore di Giuliano Preparata.

Qualcosa è, dunque, cambiato. Anche i brillanti lavori di Masaru Emoto [36], ai confini tra arte e scienza (le belle foto dell’acqua che cambia la sua struttura in risposta alle emozioni vissute nell’ambiente circostante), ci dicono che è tempo di unire gli sforzi della Comunità scientifica per affrontare con tutte le forze presenti sul campo le grandi sfide che ci attendono. Dall’energia alla meteorologia, dal cancro alle malattie immuni sono ancora troppo numerosi i soggetti di indagine che mettono in crisi i grandi trionfi scientifici del Novecento. Trionfi che dobbiamo continuare a difendere e a sviluppare, anche per onorare tutti quei pionieri della scienza e della tecnica che ci hanno regalato la grande fortuna dell’alta tecnologia, la quale ha dato all’Umanità possibilità di armonia, potere e felicità, che possono e devono essere ancora pienamente realizzate.  

 Gli scienziati e la memoria dell’acqua
Che cosa ci dice la scienza sulla possibilità dell’esistenza di una “memoria dell’acqua”? Gli scienziati hanno poche conoscenze sull’argomento “acqua” e ne possiedono una visione tendenzialmente ingenua: un liquido composto da molecole di H20 più o meno isolate, in movimento. In realtà l’acqua è un fenomeno di gran lunga più complesso, con molecole singole che si raggruppano temporaneamente a formare una struttura reticolare; che tali molecole possano interagire dando luogo a un meccanismo che consenta all’acqua di avere una “memoria” non ha nulla di sorprendente. Ma questo vale per scienziati ben informati sull’argomento che non sottovalutano la possibilità della sua esistenza. Anche in campo biologico l’importanza di tale struttura è riconosciuta soltanto da scienziati aggiornati.


Note
1. Galileo Galilei, Dialogo Sopra i due massimi sistemi del mondo, 1632.
2. E. Davenas, F. Beauvais, J. Arnara, M. Oberbaum, B. Robinzon, A. Miadonna, A. Tedeschi, B. Pomeranz§, P. Fortner§, P. Belon, J. Sainte-Laudy, B. Poitevin & J. Benveniste: “Human basophil degranulation triggered by very dilute antiserum against IgE”, Nature, Vol. 333, No. 6176, pp. 816-818, 30th June, 1988 C.
3. Diego Fusaro, Bernardino Telesio http://www.filosofico.net/telesio.htm.
4. Memoria dell’Acqua report su http://fr.wikipedia.org/wiki/M%C3%A9moire_de_l’eau
5. Vincenzo Valenzi Rischi/benefici e Costi/benefici nella diagnostica e nella terapia Villaggio Globale http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11886:rischibenefici-e-costibenefici-nella-diagnostica-e-nella-terapia&catid=1060:piazzagrande&lang=it
6. Jacques Benveniste, La mia verità sulla memoria dell’acqua, Macro Edizioni, 2006.
7. Jacques Benveniste, Cavendish’s Departmental Colloquium Electromagnetically Activated Water and the Puzzle of the Biological Signal http://sms.cam.ac.uk/media/871684

8. “Rinvio” Conferenza Accademia dei Lincei http://66.71.135.49/articolo.php?id_articolo=6663
9. In memoria di Mario Tiengo http://www.uniludes.ch/portale/images/stories/altro/Ricordo_di_Mario_Tiengo_Prof_Radaelli.pdf
10. Conferenza Aula della Ginestra sul contributo di Benveniste e Preparata 14 dicembre 2006 http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=457&catid=305:complementari&lang=it
11. Mario Tiengo, Relazione archivi Benveniste a Lugano
[DOC]messo a disposizione il suo intervento – Home | Villaggio Globale.
12. Colloquio V. Valenzi con Luc Montagner http://www.colombre.it/montagnier .
13. Award Benveniste to Cosmos and Biosphere VII International Crimean conference http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10771:i-vincitori-dellaward-benveniste&catid=5:ultime&Itemid=121&lang=it .

14. Award Benveniste to Cosmos and Biosphere VIII International Crimean conference Villaggio Globale http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=10771:i-vincitori-dellaward-benveniste&catid=5:ultime&Itemid=121&lang=it
15. Colloquio Vincenzo Valenzi con LARISSA BRIZHIK Istituto di Fisica teorica di Kiev http://www.vimeo.com/10883097 .
16. Colloquio Vincenzo Valenzi con Vladimir Voeikov Chimico Organico Lomonosov University Mosca

17. Colloquio Vincenzo Valenzi con Settimio Grimaldi – CNR http://vimeo.com/11108801
18. Mario Tiengo: Il dolore da Eccles alla teoria della coerenza di Preparata, web seminar “Nature and Coherence in Nature” http://www.novaglobal.it/index.php?page=vaccum-and-coherence-in-nature-the-legacy-of-giuliano-preparata&hl=en_US
19. Ig Nobel a Benveniste http://www.purplehell.com/riddletools/ignobel.htm
20. Giuliano Preparata: QED and medicine, Rivista di Biologia/Biology Forum 93 (2000) pp. 267-312.
21. Giuliano Preparata & Emilio Del Giudice Il potenziale Vettore in biofisica (Scienza e Conoscenza, 17/2006).
22. Vincenzo I. Valenzi, Maria Luisa Roseghini, From Drug intolerance to a SEP (Skin electric Parameters) driven therapy. Some preliminar observation, Rivista di Biologia/Biology Forum 93 (2000) pp. 306-312.
23. Vincenzo I. Valenzi, Maria Luisa Roseghini, Skin Electric Parameters osteoarticular diseases with 8 fans tested and molecular signaling of drug, http://web.tiscali.it/numedi/arc2002/0902/12.html

24. V.I.Valenzi, G.Monaco, S. Spada, P. Cimaglia, L.Petraccia, S.Palmieri, B. Messina M.Grassi, Ruolo dei SEP (Skin electric Parameters) nello studio delle meteoropatie, Annali di Medicina Interna, 2003: 18, 164S – Proceedings Congresso SIMI Vincitore Premio CECIL .
25. V.I.Valenzi, S. Grimaldi, G. Quartieri, G. E. Gigante; G. Mileto, G. Monaco, Osservazioni sulle variazioni bioelettriche nell’uomo indotte da campi elettromagnetici in camera amagnetica, Ricerca Aerospaziale Pag. 33-38, Anno XXI- N. 1. 2005.
26. Pisani V. I. Valenzi, M.C. Lucchetta, M. Grassi, A. Serio P. Avino, M. Russo, A. Fraioli, SEP variations on subjects with chronic constipation in idropinic treatment, VII Intern. Conference “Cosmos and biosphere”:1-6/X 2007Sudak Crimea.
27.  Franz Halberg et altri, L’eredità di Giorgio Piccardi http://www.cifa-icef.org/news_32_ita.html
28.
Y Imry and R. A. Webb, Quantum interference and the Ahranov-Bohm effect, Scientific American 260 (April 1989).

29. Pokidysheva L.N., Trukhan E.M., Titova I.V., Miller G.G., Influence of a vector potential on a hiv reproduction in t-lymphocytes in vitro, Proceedings Conference Yalta-Gourzuf 6 june 2008 Open education.
30. Zhadin M.N., Novikov V.V., Barnesf S. Pergola N.F. (1998), Combined action of static and alternating magnetic fields on ionic current in aqueous glutamic acid solutions, Bioelectromagnetics 19: 41-45.
31. Vincenzo I. Valenzi, Alba Pisani Pasquale Avino e Aldo Calandri, La Riattivazione delle Memorie Biochimiche come Meccanismo di Prevenzione Nutriceutico, Yalta Gorzuf Conference
http://www.vglobale.it/index.php?option=com_content&view=article&id=11917:salute-e- nuova-informazione-a-yaltagourzuf&catid=5:ultime&Itemid=121&lang=it
32. Vincenzo Valenzi, Dall’EAV all’Oberon, Conferenza Fiera Milano Giugno 2006 http://www.biometeorologia.com/PDF/ALLERGIE%20E%20INTOLLERANZE%20%20ALIMENTARI.pdf
33.
Allan Widom, Yogi Srivastava, Vincenzo Valenzi, The Biophysical Basis of Water Memory,

International Journal of Quantum Chemistry (Wiley and Sons), Published on line May 19, 2009[DOI: 22140] http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/qua.22140/full
34. Luc Montagnier, Jamal Aissa, Stephane Ferris, Jean-Luc Montagnier, Claude Lavallee, Electromagnetic Signals Are Produced by Aqueous Nanostructures derived from Bacterial DNA Sequences, Interdiscip Sci Comput Life Sci (2009) DOI: 10.1007/s12539-009-0036-7.
35. J. Benveniste, D. Guillonnet, QED and Digitl Biology, Rivista di Biologia 97/2004 pp.169-172 http://www.tilgher.it/chrCorrelati/upload/doc/RB_Benveniste.pdf
36. Tatiana Battini, Memoria dell’acqua: studi e sperimentazioni http://www.nannimagazine.it/print/Memoria+dell’acqua:+studi+e+sperimentazioni

DOTT. MASARU EMOTO E LA MEMORIA DELL’ACQUA

L’acqua è il miglior solvente universale; essa memorizza le informazioni (ricevute da soluti con i quali viene in contatto) aggregando in forme particolari gruppi di molecole chiamate “cluster” (che hanno un proprio CEM -Campo ElettroMagnetico) e le rilascia (scambia) SOLO quando i liquidi con i quali viene in contatto fisico, ne hanno bisogno – si chiama compensazione per “differenza di potenziale informatico”, ed il mezzo, ovvero l’interfaccia per ottenere questo scambio è il CEM dei due liquidi (acqua e cluster informati) – che vengono ad “incontrarsi” per contatto.
Anche ogni scambio di informazioni fra vali livelli spirituali di persone o fra varie culture, popoli ecc., avviene in quel modo. Questo “scambio” è dovuto alla differenza di potenziale informazionale fra le parti, perchè non dovrebbe avvenire anche fra dei liquidi con CEM diverso e non solo fra di essi….?
la Vita stessa è uno scambio informazionale continuo….
Quindi all’acqua (solvente universale in natura) è possibile fare assimilare codici, strutture ed informazioni, attraverso la “somministrazione” di uno o più campi elettromagnetici contenuti per esempio in soluti, come avviene per una compact cassette dove il supporto molecolare rimane lo stesso (CRO2, Fe o FeCr), ma ne cambia il contenuto fisico-elettromagnetico informativo polarizzandone ed aggregando cluster (grappoli) di molecole (questo avviene normalmente per tutti i materiali in genere, anche se per alcuni in modo molto esiguo).
Si rammenta anche che il primo registratore (inventato) aveva come supporto di registrazione un filo metallico, non un nastro magnetico. Lo stesso fenomeno nell’acqua avviene anche attraverso la pressione sonora, quindi con i suoni e le parole, ma anche il pensiero essendo campo elettromagnetico emesso dal corpo umano (cervello) cambia i risultati della cristallizzazione.
Interessantissimi sono gli studi di Masaru Emoto nei quali, attraverso molti esperimenti effettuati su campioni di acqua distillata raffreddata e resa cristallo di ghiaccio, ha scoperto come questa cambia in modo radicale la sua cristallizzazione in funzione delle parole pronunciate davanti ad essa. Il campo elettromagnetico trasportato dalla pressione sonora e/o irradiato dal cervello, è in funzione anche della QUALITA’ delle PAROLE.

Dunque pare esistere questa discussa “memoria”, a giudicare dagli ultimi esperimenti del chimico svizzero Louis Rey, che ha indagato la memoria dell’acqua sul ghiaccio. Come riferito su Physica A, la questione non è puramente teorica. Infatti molti seguaci della medicina omeopatica basano le loro cure su soluzioni acquose diluitissime di un composto, il principio attivo della cura. Senza memoria la presenza effettiva del principio attivo è così ininfluente che la cura stessa non potrebbe che essere inefficace.
Per riuscire a districarsi in questa annosa diatriba tra oppositori e sostenitori della memoria dell’acqua, Roy ha studiato il ghiaccio con la termoluminescenza. La tecnica consiste nell’inviare radiazioni al campione e in seguito misurare il tipo di luce emessa da esso. Questa viene rivelata su un grafico, tecnicamente noto come spettro. La forma dello spettro dipende dal tipo di legami chimici di cui è composto il solido esaminato.
Roy ha studiato lo spettro del ghiaccio puro e lo ha poi confrontato con quello di ghiaccio ottenuto raffreddando soluzioni diluitissime di due sali, il comune sale da cucina, cloruro di sodio, e il cloruro di litio.
Poiché l’effetto dei sali è quello di stravolgere il normale reticolo di legami chimici dell’acqua, la tesi di Roy è che se l’acqua ha memoria allora gli spettri del ghiaccio puro e di quello ricavato dalle soluzioni saline anche iper-diluite devono essere diversi. Ed effettivamente lo scienziato trova che è così.
Allora l’acqua ha memoria anche di una minima quantità di soluti sciolti in essa ?
I suoi esperimenti non chiudono la questione. C’è chi obietta che le proprietà chimiche del ghiaccio sono diverse da quelle dell’acqua, chi sostiene di valutare la ripetibilità dei suoi risultati sperimentali. Analizzando due fiocchi di neve al microscopio, risultano diversi uno dall’altro, e c’è anche di più: sciogliendo separatamente i due fiocchi e facendoli gelare nuovamente, si ri-ottengono gli stessi identici fiocchi.
Questa è memoria, memoria dell’acqua. Infatti ogni molecola dell’acqua possiede un’identità-geometrica originale ed inconfondibile, che la rende unica fra miliardi di miliardi di altre simili.

Hado, la più piccola unità di misura dell’energia, e la nascita del cristallo. Hado è una parola giapponese che significa “cresta dell’onda”. Questo termine indica la vibrazione energetica estremamente sottile che è all’origine della creazione. Grazie all’incontro con il dottor Lorenzen e all’utilizzo della M.R.A. (Magnetic Resonance Analyzer), una macchina in grado di misurare l’intensità di Hado, ho potuto dimostrare che l’acqua può migliorare le condizioni fisiche delle persone. Successivamente la ricerca si è focalizzata sulle immagini dei cristalli di acqua ghiacciata. Il cristallo d’acqua è il segno che rende visibile l’influsso di questa sottile vibrazione, non visibile all’occhio umano, ma in grado di influenzare la materia.

L’acqua ci ascolta, memorizza sul suo nastro magnetico le vibrazioni dei nostri pensieri e delle nostre emozioni e ci risponde nel linguaggio figurativo dei suoi cristalli. Questo dialogo con l’acqua consapevolizza e porta a galla l’immagine di ciò che siamo. E’ difficile accettare che l’uomo comune possa credere al concetto di dialogo con l’acqua, in realtà questo dialogo esiste. La Terra, chiamata anche il Pianeta d’Acqua, è coperta per il 70% della sua superficie di acqua, la stessa proporzione presente in un corpo umano. La neve, che cade sulla Terra da milioni di anni, contiene cristalli simili tra loro ma diversi uno dall’altro. Ogni cristallo porta in sé un’informazione. Più precisamente, la geometria del cristallo è l’informazione stessa che si cristallizza. L’acqua, attraverso la creazione e la contemplazione dei suoi cristalli, rende possibile un dialogo con l’uomo elevando la sua consapevolizzazione.

Dott. MASARU EMOTO

Masaru Emoto è nato in Giappone nel 1943. Laureatosi all’università di Yokohama, sua città natale, ha fondato l’IHM Co nel 1986 e ha conseguito il dottorato in medicina alternativa presso l’Open International University nel 1992.

I suoi studi sui misteri dell’acqua sono iniziati dopo la scoperta negli Stati Uniti del MRA, l’analizzatore di risonanza magnetica dell’acqua a micro cluster, in seguito, si è dedicato alla ricerca sui differenti tipi d’acqua – come quelli d’uso quotidiano, quelli presenti sulla Terra o all’interno del corpo umano – da un punto di vista più personale che scientifico, convinto che i cristalli d’acqua ne riflettano l’essenza.
Attualmente Masaru Emoto è presidente dell’IHM General Research Institute, dell’IHM e dell’IHM International Hado Membership.

Ha scritto numerosi libri su quest’originale argomento, in cui Emoto mostra proprio come i cristalli d’acqua assumano forme e colori diversi in relazione ai messaggi che ricevono.
E poiché tutto nell’universo è formato da vibrazioni, tali messaggi non saranno costituiti soltanto da parole, musica e altre forme percepibili dai comuni cinque sensi, ma anche da pensieri. Proprio così: l’acqua non solo ci ascolta, ma ci legge anche nel pensiero !
Masaru Emoto ha cominciato nel 1984 le sue ricerche approfondite sull’acqua, dopo aver incontrato il bio-chimico Lee H. Lorenzen, studioso dei “microcluster water”, che ha brevettato un’acqua energetizzata avente effetti terapeutici. Dopo aver messo a punto la sua tecnica di refrigerazione, cominciò ad esaminare e fotografare diversi tipi di acqua, come l’acqua di rubinetto di diverse città del mondo, e quella proveniente da sorgenti, laghi, paludi, ghiacciai. Quindi, gli venne l’idea di esporre l’acqua alle vibrazioni della musica, delle parole (pronunciate o anche soltanto scritte sulle bottigliette dei campioni d’acqua), e persino dei pensieri.
I risultati dei suoi esperimenti mostrano che i cristalli dell’acqua così trattata cambiano struttura a seconda dei messaggi che ricevono.
L’acqua trattata con parole “positive” forma dei cristalli bellissimi, simili a quelli della neve; l’acqua trattata con parole “negative”, invece, reagisce creando forme amorfe e brutte.