Microhydrin® – Ovvero Acqua Viva con Microidrina

L’acqua viva, che dona salute e vitalità al longevo popolo degli Hunza nell’Himalaya e ad altre popolazioni note per la loro longevità, venne scoperta dal dott. Henry Coanda, padre dell’idrodinamica e di altri 600 brevetti. Per più di 60 anni egli tentò di crearla artificialmente, ma malgrado le sue eccezionali capacità, non vi riuscì.

All’età di 78 anni (nella foto), passò il compito ad uno scienziato geniale, il diciottenne Patrick Flanagan (anche lui  nella foto). A soli 17 anni fu nominato dalla rivista Life come uno degli scienziati più promettenti d’America grazie alle sue scoperte (oggi ne ha a suo carico più di 200) che lo resero famoso già a soli 11 anni.

Il dott. Coanda pensò che se ci fosse stato qualcuno in grado di affrontare un compito così impegnativo, questi non avrebbe potuto essere altri che uno scienziato cosi promettente come il giovane Flanagan. Fu così che egli lo scelse come suo erede di ricerca.

Nei vent’anni che seguirono, il dott. Flanagan cercò inutilmente di assolvere al compito ricevuto. Vi riuscì finalmente un anno dopo (1984) assieme alla sua nuova collaboratrice e moglie, la dott. Gael Flanagan. Furono però necessari ancora 10 anni di sforzi comuni per creare un prodotto come la Microidrina, un’acqua dalle eccezionali capacità curative.

I lunghi anni di sforzi avevano finalmente dato i loro frutti. Questa sembra la storia di un successo, ma che continua per decenni con ricerche infruttuose, che non portano certamente finanziamenti, ne gratifiche, ne prestigio scientifico e ancor meno un avanzamento sociale, deve avere una fede eccezionale…
Perciò la strada della creazione dell’acqua viva è in primo luogo la storia dell’entusiasmo e della dedizione di due grandi uomini: il dott. Henry Coanda e il dott. Patrick Flanagan.

Le conoscenze del dott. Flanagan col supporto del team di scienziati RBC Life Sciences hanno portato alla realizzazione del famoso Microhydrin

Fonte: Microhydrin® : Tecnical Information. – Dallas: Arlington Publications, 1998, str. 22

 

Testimonianze sulla nuova acqua viva

Sei mesi dopo un’operazione al cervello a causa di un tumore, Matt Stark era completamente paralizzato. In seguito il suo stato migliorò, ma il suo lato sinistro rimase praticamente insensibile. Iniziò a soffrire di frequenti attacchi di epilessia e forti mal di testa. Dopo due anni di sofferenza e inutili cure medicinali, un parente gli consigliò di tentare con la Microidrina, una polvere minerale che vitalizza l’acqua. Dopo una settimana, i mal di testa scomparvero, mentre la parte sinistra del corpo iniziò ad acquistare mobilità. Oggi lavora di nuovo.

Matt raccontò la sua esperienza in una della trasmissioni della rete radiotelevisiva americana (©BGP, 1999) condotta da John Lloyd, che trattano di salute e di nuove frontiere in campo alimentare.

Gli ascoltatori poterono sentire anche altre testimonianze di incredibili guarigioni con l’acqua vitalizzata ed anche i pareri dei medici che seguirono i casi:

Jimmy Hoffanan era dipendente dalla cocaina dal 1994. Il suo stato peggiorò e una volta fu addirittura ricoverato d’urgenza. Dopo aver varie volte cercato di smettere senza riuscirvi, il 12 Febbraio 1999 provò con la Microidrina. Assunse da 6 a 12 capsule al giorno. Racconta di essersi liberato dalla cocaina senza troppe difficoltà dopo una sola settimana. Questa guarigione improvvisa, naturalmente, portò su questa strada anche altri tossicodipendenti del suo “giro” di San Diego.

Stupefacente è anche la confessione di Danny Closer. Dopo lunghi anni di problemi alle gambe, risultanti in una cancrena, avrebbe dovuto farsi amputare ambedue gli arti. Danny pregò il suo medico di tentare di tutto per salvargli le gambe, ma anche se riuscì ad evitare l’amputazione, i suoi arti erano praticamente inutilizzabili: sanguinavano quasi ininterrottamente, i muscoli si essicavano e neppure i forti calmanti ne la morfina riuscivano a lenire i forti dolori. Il dottore gli disse, con le lacrime agli occhi, di essere dispiacuto, ma che Danny avrebbe dovuto passare il resto della vita su di una sedia a rotelle. I dolori erano talmente forti, che Danny disse alla moglie di prendere la sedia a rotelle soltanto in affitto: sentiva infatti che non avrebbe resistito a lungo in quelle condizioni. Un giorno si fece portare in un negozio di alimenti biologici sperando di trovare qualcosa che alleviasse il dolore. Gli venne offerta la Microidrina e Danny iniziò a prenderne 2 capsule al giorno. I suoi famigliari erano scettici: come avrebbero potuto funzionare due sole capsule, quando neppure grandi dosi di forti farmaci non avevano dato risultati. “Non lo so”, disse, “sul flacone scrive da 2 a 4 capsule al giorno”. La cura funzionò: i dolori diminuivano di giorno in giorno e dopo tre settimane poteva dormire come un bambino. Le ferite si rimarginarono e Danny era di nuovo in piedi. Andò dal medico per chiedergli una spiegazione, ma questi commosso gli rispose: “Non lo so, non lo so veramente”.
Anche il dottor Billy Fonders, che si era occupato di Danny Closer, partecipò alla trasmissione. Disse che, dopo aver attentamente studiato le qualità del prodotto, aveva iniziato a consigliarlo anche agli altri suoi pazienti. Notò che la Microidrina era efficace praticamente in tutte le patologie ed era veramente una specie di “panacea”: agisce infatti alla radice delle malattie (tutte) eliminando lo squilibrio che causa la patologia.

Alla trasmissione partecipò anche Jean McDonalds, un’altra sua paziente: Nel 1986, Jean McDonalds subì un avvelenamento da sostanze chimiche. Da molto tempo era sotto la tenda ad ossigeno e i dottori le davano il 30 % di possibilità di sopravvivenza. Jean sopravvisse, ma per lei iniziò un lungo periodo di dolori muscolari, torpore mentale, peggioramento della vista e altri problemi che la costrinsero a lasciare il lavoro. In dieci anni provò i metodi più svariati, ma non ottenne miglioramenti, fino a che iniziò ad assumere la Microidrina. In un tempo estremamente breve la sua vista migliorò così come la sua concentrazione (“chiarezza mentale”). In seguito sparirono anche i dolori e la digestione migliorò. Ora fa uso della Microidrina da 18 mesi senza accusare effetti collaterali negativi.
Gli ascoltatori hanno potuto sentire anche il parere di vari dentisti. Il dot. Casper Thrulach descrisse il caso di una donna che si presentò con una grave infiammazione della cavità orale. La pelle era talmente staccata dalle gengive e dalle pareti della cavità orale che si potevano vedere i nervi. A causa di dolori insopportabili la donna poteva aprire la bocca solo parzialmente e il dentista non potè neppure svolgere una visita accurata. Le consigliò di sciacquarsi la bocca con la Microidrina (3 volte al giorno per almeno 3 minuti) e di bere il preparato, invitandola a ritornare dopo una settimana. Il dottore era scettico, infatti anche casi di infezione molto più leggeri richiedevano almeno una settimana e mezza prima di poter vedere qualche risultato (con l’utilizzo di forti medicinali). Quando la paziente si ripresentò dopo una settimana, notò con sorpresa che il disturbo era praticamente scomparso.

Il dot. Frank Frenesiack che collaborò alla trasmissione e pure utilizzava la Microidrina nella cura dei suoi pazienti, affermò, che nella sua pratica ventennale non aveva mai incontrato un mezzo (tecnologico) così efficace come la Microidrina. “Forse si tratta veramente di un punto di svolta nel campo della medicina” (Dot. Clinton Howard fondatore di RBC Life Sciences). Dopo la sua comparsa sul mercato nel Settembre del 1997 (non come farmaco ma come integratore alimentare), l’uso della Microidrina negli Stati Uniti e aumentato vertiginosamente. I suoi inventori, il dot. Patrick Flanagan e la dot. Gael Flanagan furono invece proposti per la nomina al premio Nobel.

Fra dubbi ed entusiasmo
Questi racconti sono troppo stupefacenti perchè non sorga qualche dubbio sulla loro autenticità. Dubitare è infatti di fondamentale importanza in questi tempi di “miracoli” commerciali. Abbiamo però fatto conoscenza con la Microidrina già in precedenza: quando, nel Settembre del 1999, ricevemmo dagli USA la registrazione della trasmissione televisiva, avevamo noi stessi assunto la Microidrina ininterrottamente per 17 mesi (di ciò racconteremo in seguito). In precedenza avevamo seguito varie pubblicazioni (libri, articoli) sull’acqua viva dei luoghi ove vivono le popolazioni piu longeve.
Venimmo a conoscenza dell’acqua viva all’inizio degli anni ’90. In un capitolo del libro “I segreti del suolo” (The Secrets of the Soil, 1992) gli autori P. Tompkins e C. Bird (autori del ancora più conosciuto “La vita segreta delle piante” – The Secret Life of Plants) descrivono l’opera del dot. Patrick Flanagan, il quale riuscì, con l’aiuto della moglie Gael Flanagan a ricreare in laboratorio l’acqua bevuta dalle longeve popolazioni della valle himalayana del fiume Hunza. Prima di Flanagan, già il dot. Henry Coanda scoprì che una tale acqua è quasi unica al mondo e che gli abitanti dei luoghi sono sani e robusti e vivono normalmente ben più di cent’anni. L’acqua dei loro ruscelli è molto più simile all’acqua che si trova negli organismi viventi, che all’acqua delle nostre parti. Nel libro sono descritte anche la struttura di quest’acqua e altre sue particolarità. Il suddetto capitolo segnò un vero e proprio punto di svolta nella nostra comprensione delle basi della salute: Ci consentì di capire quale fosse l’elemento “curativo” comune di frutta e verdura fresca, succhi vegetali, ioni negativi dell’aria ed altri antiossidanti naturali (l’efficacia curativa d’alcuni ci era già nota).
L’acqua dei laboratori dei coniugi Flanagan uscì sul mercato per la prima volta nel 1985 con il nome di Crystal Energy®. I Flanagan “vitalizzarono” l’acqua creando una polvere minerale del tutto identica a quella “macerata” dal ghiacciaio “Uptar” sui monti sovrastanti la valle del fiume Hunza, energizzata poi dalle veloci correnti dei corsi montani. Naturalmente sentimmo il desiderio di provarla, ma prima di fare questo passo decidemmo di studiare attentamente la materia facendoci inviare libri ed articoli dagli Stati Uniti.
Come precedentemente detto, nel Settembre del 1997, i coniugi Flanagan immisero sul mercato la Microidrina, energeticamente molto più potente della Crystal Energy. Abbiamo già detto che un bicchiere d’acqua arricchita con la Microidrina contiene tanti elettroni disponibili, quanti ne contengono 10000 (diecimila!) bicchieri di succo fresco di arance coltivate biologicamente. La notizia era più che stupefacente. Le decine di articoli che ci facemmo inviare immediatamente contenevano incredibili dati sugli effetti curativi di questo prodotto alimentare, analisi di istituti universitari, dichiarazioni dei medici., tutti superlativi., e dell’assoluta non nocività del prodotto. Non trovammo però dati di analisi cliniche a lungo termine su gruppi di persone più numerosi, dati a cui eravamo maggiormente interessati. Non ricevemmo risposte soddisfacenti neppure dopo aver scritto all’istituzione competente negli Stati Uniti. Decidemmo così di sperimentare gli effetti di quest’acqua direttamente noi stessi.
L’acqua viva, che dona salute e vitalità al longevo popolo dei Hunza nel Himalaya e ad altre popolazioni note per la loro longevità, venne scoperta dal dot. Henry Coanda, padre dell'”idrodinamica” e di più di 600 brevetti. Per più di 60 anni egli tentò di crearla artificialmente, ma malgrado le sue eccezionali capacità, non vi riuscì.
All’età di 78 anni, passò il compito ad uno scienziato geniale, il diciottenne Patrick Flanagan. A soli 17 anni fu nominato dalla rivista Life come uno degli scienziati più promettenti d’America grazie alle sue scoperte (oggi ne ha a suo carico più di 200) che lo resero famoso già a soli 11 anni. Il dot. Coanda pensò che se ci fosse stato qualcuno in grado di affrontare un compito così impegnativo, questi non avrebbe potuto essere altri che uno scienziato così promettente come il giovane Flanagan. Fu così che egli lo scelse come suo erede di ricerca.
Nei vent’anni che seguirono, il dot. Flanagan cercò inutilmente di assolvere al compito ricevuto. Vi riuscì finalmente un anno dopo (1984) assieme alla sua nuova collaboratrice e moglie, la dot. Gael Flanagan. Furono però necessari ancora 10 anni di sforzi comuni per creare un prodotto come la Microidrina, un’acqua dalle eccezionali capacità curative. I lunghi anni di sforzi avevano finalmente dato i loro frutti.
Questa sembra la storia di un successo, ma chi continua per decenni con ricerche infruttuose, che non portano certamento finanziamenti, ne gratifiche, ne prestigio scientifico e ancor meno un avanzamento sociale, deve avere una fede eccezionale. Perciò la strada della creazione dell’acqua viva è in primo luogo la storia dell’entusiasmo e della dedizione di due grandi uomini: il dot. Henry Coanda e il dot. Patrick Flanagan.

Le nostre esperienze
Nell’Aprile del 1998 ricevemmo per posta i primi flaconi di Microidrina. Le prime sensazioni ci lasciarono un pò delusi. Non sentimmo infatti nulla di particolare (soltanto in seguito abbiamo saputo che questo è un fatto normale per la maggior parte delle persone). Alberta e Iztok portarono con se i flaconi in un faticoso viaggio di undici giorni all’estero prendendo due capsule al giorno. Fu in quell’occasione che Alberta si rese particolarmente conto che le capsule la aiutavano molto. Dopo lunghe giornate di guida, la sera era ancora particolarmente vitale (cioè aveva molta più resistenza che nei viaggi precedenti).
Poco dopo il ritorno dal viaggio notò un altro miglioramento. Negli ultimi due anni le erano cresciute sul viso due formazioni cutanee (verruche), che però non sembravano di origine maligna, ma avendo avuto in passato il cancro alla pelle (dal quale guarì grazie ad un’alimentazione a base di cibi crudi), c’era comunque motivo per preoccuparsi.

Grazie all’assunzione della Microidrina le due verruche cominciarono a rimpicciolirsi. Rendendosi conto di ciò, iniziò a spremere sulle verruche la polvere di Microidrina che rimaneva sul fondo del bicchiere. Dopo tre mesi una verruca era completamente sparita, mentra l’altra si era tanto ridotta che si notava appena.

Era questo un effetto della Microidrina? Se sì, allora il preparato è probabilmente più forte del succo di grano in erba che lei assumeva in precedenza. Anche se gli effetti del succo erano molto benefici, esso non arrestò la crescita delle verrucche.

Nel frattempo, una nostra zia di 91 anni si fratturò un’anca, che le venne sostituita chirurgicamente. La invitammo da noi per rimettersi dall’operazione. Non la forzammo a bere la Microidrina, ma siccome grazie alla nostra alimentazione e ai nostri succhi si era già molte volte rimessa in salute, accettò anche la Microidrina (tre capsule al giorno) e le pillole di alghe Spirulina, che sembrerebbero ottimizzare gli effetti della Microidrina.

Si rimise in sesto molto velocemente e quando una sua parente, che è anche un medico, venne a farle visita, rimase stupita dalla velocità con cui si era rimessa. Dopo due mesi la zia ritornò a casa senza stampelle. Tutt’oggi ne fa uso solo quando esce, per sentirsi più sicura, mentre a casa, dove vive da sola, cammina senza alcun sostegno.

Durante le scorse vacanze si è unita al nostro gruppo un’altra “giovinetta”, l’ottantanovenne madre di Alberta e anche a lei demmo la Microidrina e la Spirulina. Dopo aver visto l’effetto su nostra zia, le bevve molto volentieri. Come molte persone anziane, anche lei sentì presto di avere più forza. Dopo cinque giorni notò anche un altro importante miglioramento: erano spariti i crampi alle gambe che le rubavano il sonno faccendola alzare più volte durante la notte. Continuò ad assumere i due prodotti per circa due settimane e i crampi non ricomparvero più (ripetè la cura dopo 3 – 4 mesi).

Quando ritornò da noi durante l’inverno, notammo in lei un altro miglioramento di cui lei stessa non si era accorta. Aveva infatti portato con se gli aghi da maglia. “Madre, lei puo lavorare a maglia?”, le chiedemmo stupiti. Infatti ciò le era stato impossibile per gli ultimi quindici anni a causa dei reumatismi. “Si”, rispose con orgoglio, “quest’inverno ho già fatto cinque paia di calze. Che ne so, le mani mi si sono come sciolte”.

Telefonammo allora anche alla zia per sapere come andava con i suoi reumatismi alle mani. Sapevamo infatti che alcuni anni fa durante l’inverno non riusciva nemmeno ad abbottonarsi il cappotto. Solamente dopo averglielo chiesto anche lei si accorse che quell’inverno i reumatismi non si erano fatti sentire.

Esperienze con l’igiene dentale
La Microidrina però non soddisfò tutte le nostre aspettative, che forse erano troppo grandi. Iztok tentò con la Microidrina di salvare qualche dente fra quelli che il suo dentista aveva già dato per perduti (carie, paradentosi). Avevamo infatti letto in alcuni articoli che il dot. L. C. Miller era riuscito a ridurre delle »tasche« di paradentosi di 4 – 6 mm della metà, lavando i denti con la Microidrina (disciolta in una piccola dose di acqua) e a sbiancare i denti.

La paradentosi cronica è la causa principale di caduta di denti nelle persone adulte, dopo i 35 anni. La causa principale della formazione di carie dentale e della paradentosi è la moltitudine di microbi che si annidano sui denti sotto forma di placca. Producendo tossine, essi causano l’infiammazione delle gengive (gengivite) e, in seguito, la caduta dei denti. La Microidrina crea un terreno biologico non addatto ai microorganismi patogeni. Il dot. Miller nota che la Microidrina elimina la placca, i denti ritornano bianchi (in modo non aggressivo) e vengono così eliminate le condizioni per lo sviluppo della paradentosi e di altre malattie dei denti.

Oggi possiamo fare un uso quotidiano della Microidrina nell’igiene orale, essendo la sua efficacia igienica (disinfettante) più che evidente, con l’utilizzo della polvere dentifricia Microbrite.

La “memoria dell’acqua”: l’esperimento di Emoto

E’ davvero stupefacente comprendere come il nostro intento, attraverso pensieri, parole e simboli, possa modificare la materia. In questo articolo ti racconto il mio esperimento del riso tratto dagli studi sulla memoria dell’acqua di Masaru Emoto.

Ho voluto fare anche io il famoso esperimento del riso di Masaru Emoto per verificare l’effetto dei pensieri sulla materia. Sono già consapevole che è la coscienza a creare la realtà, ma ho voluto fare questo esperimento per portare una prova tangibile di come effettivamente il nostro intento (espresso con parole, forme, simboli) influenza la materia. Oggi la fisica quantistica, che studia la materia a livelli subatomici, è arrivata a spiegarci come l’osservatore condiziona la realtà e possiamo capire meglio il rapporto tra la coscienza e la realtà.

La memoria dell’acqua

Masaru Emoto è stato un ricercatore che ha dedicato la sua vita alla memoria dell’acqua riuscendo a dimostrare come l’acqua può registrare informazioni e come queste informazioni influenzino l’acqua stessa.

Ha utilizzato l’acqua per lasciare un messaggio prezioso per ognuno di noi, facendoci capire quanto siamo responsabili e quanto poco ne siamo consapevoli!
L’acqua è vita, l’acqua trasporta informazioni, noi siamo fatti di acqua, il mondo è fatto d’acqua, senza l’acqua non potremmo vivere.  Lo sanno bene coloro che cercano di manipolare e controllare questo bene così prezioso. Su questo tema (politico e sociale) si potrebbe parlare a lungo, ma non è questa la sede.

Tornando all’eredità di Masaru Emoto, voglio condividere con te l’immagine dei risultati dei suoi esperimenti sull’acqua, con i quali ha potuto constatare come variavano le forme dei cristalli in base alle diverse parole applicate all’acqua.

Cristalli acqua - Masaru Emoto
Forme dei Cristalli d’acqua – Esperimento Masaru Emoto

Ecco che così riusciamo a comprendere come l’acqua viene influenzata dall’intento, dal pensiero, dalla vibrazione di un suono o di una parola e ne memorizza l’informazione.

Le parole, come i pensieri, come i simboli (come tutto in realtà) sono energia che ha una vibrazione e una frequenza. Nell’esperimento infatti è chiaro come informazioni diverse influenzino l’acqua in maniera differente.

Il messaggio di Emoto ha stimolato la mia consapevolezza ed è arrivato a toccare aspetti spirituali molto profondi, con un semplice esperimento dove sentimenti di amore e gratitudine si trasformano in cristalli d’acqua dalle forme armoniose.

L’esperimento del riso

Così anche io ho provato fare il “famoso” esperimento del riso dove ho constatato come l’acqua del barattolo esposto a frequenze positive previene la muffa che invece si sviluppa e prolifera nell’altro barattolo.

Ho cotto del riso, l’ho scolato e l’ho messo in due piccoli barattoli aggiungendovi un pò di acqua.
Sul primo barattolo ho applicato un adesivo con la scritta “Ti amo” e per donare maggiori vibrazioni positive ho posto il barattolo sopra una piastra con il Fiore della Vita (puoi anche applicare un adesivo con il simbolo sul barattolo).
Nell’altro barattolo, invece, ho solo applicato un adesivo con la scritta “Ti odio”.
Oltre alle parole scritte nell’adesivo, è importante anche l’intento e l’emozione interiore, quindi ho cercato di proiettare consapevolmente queste emozioni di amore e di odio verso i due barattoli e infine li ho deposti in un ripostiglio buio.

Ho documentato il progresso in poco più di un mese, fotografando i vari stati di avanzamento. Ed ecco il risultato: nel barattolo con la scritta “ti amo” non si è sviluppata la muffa, mentre nell’altro è iniziato il processo di decomposizione.

Prova a riflettere sul fatto che il nostro corpo è fatto circa per il 70% di acqua.

Pensi che la qualità dei nostri pensieri possa influenzare il nostro stato emotivo e fisico? Pensieri positivi e armoniosi possono condizionare positivamente la tua realtà?

L’impiego preventivo e costante degli energizzatori VITASTIK e VITASHELL, permetterà all’acqua di cui siamo costituiti, di risintonizzarsi con la matrice di purezza originale, permettendo il raggiungimento di un equilibrio energetico più duraturo.

IL POPOLO DEGLI HUNZA

Il paese degli Hunza è una valle ad alta quota nel nord del Pakistan.

La valle si trova  2700 m ed è circondata da alcune tra le più alte montagne del mondo nonché di ghiacciai vecchi di milioni d’anni.  Il Dr Coanda aveva precedentemente visitato cinque regioni simili al paese degli Hunza.

In queste cinque regioni le popolazioni locali bevevano l’acqua dei ghiacciai a pH 9-10 e seguivano delle diete alimentari diverse. La maggior parte attribuiva il loro stato di salute alla sola alimentazione, ma il Dr Coanda disse : -“Ho scoperto che la loro salute è dovuta all’acqua che bevono”. Quest’acqua ha delle proprietà anomale che non trovano alcun riscontro in altre parti del mondo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi disse – “Patrick, certe persone credono che siamo quello che mangiamo, ma invece siamo quello che beviamo”.

Disse che l’acqua del paese degli Hunza presenta quelle che vengono chiamate  delle proprietà anomale.

A scuola ci vengono generalmente insegnate le proprietà specifiche dell’acqua. Vale a dire che questa congela a 0°C e che bolle a 100°C  quando si trova al  livello del mare, che possiede una viscosità specifica ed una tensione superficiale ed un indice di rifrazione ed altre proprietà ancora, ma non ci informano sulle importanti proprietà salutari dell’acqua il pH che DEVE essere al di sopra di pH 7,35 per essere acqua salubre !

E’ l’acqua viva che dona dona salute e vitalità al longevo popolo dei Hunza nel Himalaya e ad altre popolazioni note per la loro longevità, venne scoperta dal dott. Hemy Coanda, padre dell’ idrodinamica” e di più di 600 brevetti.

Per più di 60 anni egli tentò di crearla artificialmente, ma malgrado le sue eccezionali capacità, non vi riuscì.

All’età di 78 anni, passò il compito ad uno scienziato geniale, il diciottenne Patrick Flanagan (anche lui  nella foto). A soli 17 anni fu nominato dalla rivista Life come uno degli scienziati più promettenti d’America grazie alle sue scoperte (oggi ne ha a suo carico più di 200) che lo resero famoso già a soli 11 anni.

Il dott. Coanda pensò che se ci fosse stato qualcuno in grado di affrontare un compito così impegnativo, questi non avrebbe potuto essere altri che uno scienziato cosi promettente come il giovane Flanagan. Fu così che egli lo scelse come suo erede di ricerca.

Nei vent’anni che seguirono, il dott. Flanagan cercò inutilmente di assolvere al compito ricevuto. Vi riuscì finalmente un anno dopo (1984) assieme alla sua nuova collaboratrice e moglie, la dott. Gael Flanagan.

Furono però necessari ancora 10 anni di sforzi comuni per creare un prodotto come la Microidrina, un’acqua dalle eccezionali capacità curative. I lunghi anni di sforzi avevano finalmente dato i loro frutti.

Questa sembra la storia di un successo, ma che continua per decenni con ricerche infruttuose, che non portano certamente finanziamenti, ne gratifiche, ne prestigio scientifico e ancor meno un avanzamento sociale, deve avere una fede eccezionale…

Perciò la strada della creazione dell’acqua viva è in primo luogo la storia dell’entusiasmo e della dedizione di due grandi uomini: il dott. Hemy Coanda e il dott. Patrick Flanagan

Gli Hunza, la popolazione più longeva del mondo.

Tempo fa iniziai una ricerca sul popolo più longevo al mondo e scoprii dati molto interessanti.

E’ il popolo degli Hunza: questa popolazione non solo vive in media 130-140 anni ma non conosce neppure le nostre tanto temute patologie degenerative, il cancro, malattie del sistema nervoso, ecc..

 

 

 

 

 

 

 

 

Vivono al confine nord del Pakistan all’ interno di una valle sulla catena Himalayana e sono la popolazione in assoluto più longeva della terra.

La nostra élite medica si vanta di tenere in vita i nostri anziani fino agli 80 anni e oltre. Ebbene, gli Hunza, senza ricorrere ai prodigi della nostra scienza mendica, a cento anni sono vivi, incredibilmente attivi, lavorano ancora nei campi e curano i loro figli con estrema vivacità e vitalità. Le donne Hunza sono ancora prolifiche anche oltre i novant’anni. Chiaramente per riuscire a concepire a tale età, il loro fisico è ancora piuttosto giovanile e non ha nulla a che vedere con le nostre novantenni.

Gli strumenti indiscutibilmente più utili alla loro longevità paiono essere il lungo digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione vegetariana e l’acqua alcalina presente nelle loro terre.

Digiuno e prodotti vegetali

Gli Hunza vivono infatti dei frutti della natura e soffrono anche un lungo periodo di carestia nei mesi invernali. Adottano forzatamente quello che i naturopati definiscono “digiuno terapeutico”. L’altopiano su cui vivono, in Pakistan, è un luogo in gran parte inospitale e non dà raccolto sufficiente per alimentare i 10.000 abitanti Hunza per tutto l’anno.

Coltivano orzo frumento, miglio, grano saraceno e la verdura da orto: pomodori, cavoli, spinaci, rape, piselli e avevano numerosi gli alberi di noci e albicocche, ciliegie, more, pesche, pere e melograni. Fino a marzo però, quando matura l’orzo, digiunano anche per settimane intere (fino a due mesi in semi digiuno) per poter razionare i pochi viveri rimasti in attesa del primo raccolto.

Il bello è che questa “bizzarra” consuetudine, che secondo vecchi concetti di nutrizionismo porterebbe a debolezza, morte e distruzione, al contrario nel corso degli anni ha prodotto nella popolazione straordinarie capacità di vigore.

Un Hunza può andare camminare tranquillamente per 200 km a passo spedito senza mai fermarsi.

Le forti doti di resistenza sono conosciute in tutto l’oriente, tanto che nelle spedizioni Himalayane, sono assoldati come portatori.

Il digiuno nel mondo animale

Anche in molti animali il digiuno è una cosa normale per la sopravvivenza, nei periodi di carenza di prede. In autunno gli stambecchi, camosci e cervi mangiano molto di più per accumulare grasso per l’ inverno, che a causa dell’ altitudine dove vivono, non permette l’ approvvigionamento di cibo sufficiente. Il bello che i violenti scontri che i cervi hanno tra di loro per l’ accoppiamento e la successiva fecondazione avvengono proprio in pieno inverno, quindi praticamente a digiuno, che non compromette, anzi enfatizza le loro energie. Gli uccelli migratori mangiano a fine estate più del fabbisogno e quando partono verso i luoghi più caldi sono talmente grassi da pesare il doppio del normale. Ma durante la migrazione, che può arrivare anche a 5000 km, non si fermano mai e a fine corsa il loro perso ritorna normale. I lupi cacciano per giorni, ma poi possono restare per settimane senza mangiare e nello stesso tempo percorrono grandi distanze per procacciare altro cibo, vivendo con il solo grasso corporeo come del resto quasi tutti i predatori.

Anche i pesci digiunano, come per esempio il salmone, che nella sua famosa risalita del fiume non ingerisce nulla, nemmeno nel successivo periodo della posa delle uova. In sostanza il digiuno è una condizione che non è quindi nata da 10.000 anni, ma da milioni di anni della storia stessa dell’uomo/animali ed è per questo che apporta molti benefici.

Acqua alcalina

L’ultimo elemento fondamentale per la forza, e la longevità di questo popolo fu la composizione dell’ acqua. Dopo diversi studi emerse che l’acqua degli Hunza possedeva elevato pH (acqua alcalina), con notevole potere antiossidante ed elevato contenuto di minerali colloidali. Effettivamente come sperimentatore e ricercatore indipendente devo dire che digiunare con acqua alcalina è molto più semplice che digiunare con acqua di rubinetto o imbottigliata.

L’acidosi metabolica innescata dal digiuno prolungato viene infatti compensata e il pH rimane più stabile.

Per quanto riguarda l’alimentazione ho già spiegato che l’unico frutto a mantenere il pH umano stabile è la mela rossa; nel digiuno invece ci si può aiutare bevendo acqua alcalina, acqua con argilla verde ventilata, o facendo lavaggi interni/esterni con acqua e sale integrale.

Oggi il territorio degli Hunza è stato intaccato dalla società “evoluta” e anche lì sono arrivati cibi spazzatura, farina 0 impoverita, zucchero bianco, sale sbiancato chimicamente, ecc… e con loro le prime carie, le prime problematiche cardiovascolari, i primi problemi reumatici che l’Occidente evoluto conosce bene. In pochi sono riusciti a scampare da questo inquinamento “evolutivo” evitando ogni forma di contagio con usanze e abitudini percepite ad istinto come innaturali e dannose.

Conclusioni

Ragioniamo con calma e chiediamoci se hanno senso le classiche chiacchiere da bar che sentiamo comunemente: “Aveva 80 anni, per lo meno ha vissuto a lungo e ora ha smesso di soffrire”…

  • “Ormai ho 35 anni, mi devo sbrigare se voglio avere un bambino”…
  • “Ho superato i 40 anni, devo stare attento a non esagerare con l’attività fisica”…
  • “Ho 30 anni, ho le ginocchia a pezzi, dovrò smettere di giocare a pallone”, ecc…
  • “Signora, a 60 anni è normale pensare ad una dentiera” ……….
  • Esiste veramente un orologio biologico incontrovertibile nell’uomo o sono gli stili di vita errati ad accelerare il corso delle lancette ?
  • Hanno senso le ansie di alcune donne che toccati i 30 anni iniziano già a temere di non riuscire ad avere figli “in tempo” ?
  • E’ veramente fisiologico avere ad una certa età menopausa, andropausa, osteoporosi, artrosi, demenza senile …. ?
  • E’ normale lo scatenarsi di così tante patologie senili, cronico-degenerative, o al sistema nervoso ?
  • Ciò che è normale in una società malata potrebbe essere contro natura o senza senso per un popolo consapevole.

By Andrea Conti – Dottore in Fisioterapia – Università degli Studi di Roma

COMBATTERE L’ACIDITA’ PER SCONFIGGERE IL TUMORE

Finalmente anche la ricerca ufficiale si dirige là dove la ricerca indipendente sta indagando ormai da anni: l’importanza di mantenere un ambiente alcalino nel corpo per prevenire e sconfiggere le malattie…

Sembra il titolo di un libro controcorrente e invece si tratta di un comunicato stampa dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato in data 27 settembre 2010.
Nel cs Combattere l’acidità per sconfiggere il tumore si parla di diversi trials basati su un’alternativa alla chemioterapia: uno di questi prevede l’assunzione di bicarbonato per
bocca come terapia anticancro. Tutte le terapie sono basate sull’utilizzo di farmaci che usano l’acidità tumorale come target o inibendo i meccanismi che la causano.
Finalmente anche la ricerca ufficiale si dirige là dove la ricerca indipendente sta indagando ormai da anni.

Le cellule cancerose
Le cellule del cancro sono cellule che da sane si sono trasformate in cancerose.
E sono un sintomo di acidità; ossia, quando le cellule sane vengono corrose dagli acidi alimentari e metabolici, esse possono diventare cancerose.
Più acidi abbiamo nei nostri corpi, più elevato è il rischio di sviluppare del tessuto canceroso.

Le cellule sane del corpo umano prosperano in fluidi con pH alcalino leggero, moderato ed elevato (da pH 7,3 a 11). Non tollerano nemmeno un lieve stato acido. Le cellule cancerose, invece, prosperano in un pH acido di 5,5. Le cellule cancerose diventano inattive ad un pH lievemente superiore a 7,365 e si trasformano in microzima oppure muoiono a pH 8,5 (mentre le cellule sane vivono).

La prevenzione è la migliore cura; tuttavia la migliore prevenzione possibile contro la condizione cancerosa aiuterà anche a farla regredire nel caso che una condizione cancerosa è già in essere. Sarebbe preferibile non dover mai arrivare a tale punto!

Trattamenti quali interventi chirurgici e la chemioterapia non fanno nulla per sostenere il sistema immunitario o per prevenire l’accumulo di acidi nei tessuti. Questa è la ragione per cui la condizione cancerosa è così spesso recidiva. Nulla viene fatto per cambiare la condizione che ne ha dato l’avvio: l’acidità!

Ma se voi fate sì che le condizioni cambino, potete impedire alle cellule cancerose di prendere il sopravvento. Occorre mangiare, bere ed anche muoversi e pensare in modi che ristabiliscono l’originario progetto alcalino del corpo. Molti studi hanno mostrato che quello che mangiamo influenza la nostra esposizione al cancro. Alcuni cibi ci difendono
dall’insorgenza di cellule cancerose, altri ne promuovono lo sviluppo.

Viene dato credito alla qualità anticancro di sostanze antiossidanti presenti nei cibi benefici, come le vitamine C ed E, il betacarotene, il selenio e l’amminoacido glutatione. E questi, in  effetti, proteggono i tessuti sani dai danneggiamenti da acidità che possono innescare una condizione cancerosa. Ma in questo genere di discussione spesso sfugge un aspetto più ampio: i cibi che sostengono un corpo sano sono alcalini; i cibi dannosi sono acidi. La dieta che previene tutte le condizioni cancerose è al 100% alcalina. Non c’è spazio per nessun cibo acido, se si vuole prevenire e/o invertire una situazione cancerosa.

Potete combattere l’insorgere di una condizione cancerosa, aumentando l’alcalinità dei vostri tessuti e, quindi, abbinando ad una dieta basata su ortaggi verdi, succo di verdure fresche, sale non raffinato, oli salubri ed acqua alcalina, integratori alimentari, attività fisica e scelte di vita alcaline (secondo quanto descritto dei capitoli 12, 13 e 14). Dovete dire basta a cibi acidi come proteine animali, alcool e zucchero e rinunciare altrettanto ad abitudini acidificanti.

Se la vostra primaria preoccupazione di salute è una condizione cancerosa, trarrete particolarmente beneficio dall’utilizzo di integratori a base di minerali alcalini (sodio, calcio, potassio, magnesio, cesio e rubidio) e, addirittura meglio, dall’uso di sali minerali [ionici N.d.C.], quali sodio, magnesio, potassio e bicarbonato di calcio, che alcalinizzano all’istante.

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CARENZA DI OSSIGENO, ACIDOSI E INFIAMMAZIONE. QUESTO POTREBBE INTERESSARTI

Importanti studi sulle proprietà antiossidanti dell’integratore nutrizionale Microhydrin Plus ne dimostrano l’efficacia protettiva nei confronti del danno ossidativo a biomolecole e cellule.

Lo stress ossidativo – lo squilibrio tra la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e meccanismi di difesa antiossidante – è causa di reazioni citotossiche che portano a processi di invecchiamento cellulare e all’insorgenza di disordini cronico-degenerativi, aterosclerosi e neurodegenerazione.
Negli ultimi anni il tradizionale approccio terapeutico a queste patologie si è aperto sempre di più al contributo dei supplementi antiossidanti, tra cui l’integratore naturale, unico al mondo: Microhydrin Plus® 
La sua efficacia è stata riscontrata in atleti professionisti con benefici sia durante le fasi di allenamento che durante le performance agonistiche. In seguito sono stati investigati in vitro gli effetti protettivi di Microhydrin Plus nei confronti del danno ossidativo, sia in sistemi acellulari quali le biomolecole glutatione (GSH) e DNA, sia in sistemi cellulari quali i globuli rossi (RBC) e i linfociti. Come fonti di radicali liberi sono stati utilizzati tre ossidanti fisiologici quali perossido di idrogeno (H2O2), acido ipocloroso (HCl0) e perossiradicali (ROO).

In un particolare studio sono state investigate per la prima volta le proprietà antiossidanti in vitro di Microhydrin Plus valutando la sua efficacia protettiva nei confronti di tre agenti ossidanti fisiologici quali perossido di idrogeno, perossiradicali e acido ipocloroso.
I risultati ottenuti dimostrano che Microhydrin Plus protegge efficacemente il GSH dall’ossidazione e quindi dal suo consumo in presenza di radicali liberi.

L’effetto protettivo si estende anche al DNA, riducendo gli effetti genotossici degli agenti ossidanti. Tale azione può avere grande rilevanza nel caso del DNA mitocondriale che è direttamente esposto all’azione dei ROS prodotti durante la respirazione cellulare. È stato infatti dimostrato che il danno ossidativo al DNA mitocondriale è implicato nel processo di senescenza fisiologica e in alcuni disordini degenerativi.

Le evidenze tratte da questo studio possono avere rilevanza in ambito sportivo, infatti durante l’esercizio fisico intenso viene prodotta una maggior quantità di ROS derivanti sia dall’aumentato metabolismo eritrocitario sia dall’attivazione leucocitaria (neutrofili) .

La protezione di Microhydrin Plus neiconfronti del danno ossidativo agli RBC potrebbe dunque essere un utile strumento nel contrastare l’anemia dell’atleta e potrebbe spiegare alcuni degli effetti positivi per gli atleti professionisti. Infine, l’azione protettiva di Microhydrin Plus è stata investigata nei linfociti, cellule coinvolte nella risposta immunitaria, che normalmente sono soggetti a stress ossidativo in vivo. Anche in questo modello sperimentale è stato osservato che Microhydrin Plus è capace di ridurre significativamente la formazione di ROS intracellulari indotta dai tre ossidanti.

Conclusioni

I dati emersi in questo studio confermano l’azione protettiva antiossidante di Microhydrin Plus, rendendolo un valido integratore nutrizionale nella prevenzione e nel trattamento di numerose condizioni fisiopatologiche legate allo stress ossidativo, dall’invecchiamento dall’anemia dello sportivo, dal rischio cardiovascolare.

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Andiamo a conoscere insieme cos’é il pH e l’equilibrio Acido-Basico

L’acronimo ph (potential Hidrogen) si utilizza in chimica per misurare quanti ioni H+ sono presenti in una soluzione acquosa. La soluzione per eccellenza e più diffusa sul pianeta è l’acqua. Basti pensare all’acqua degli oceani che ricoprono ben il 70% della superficie del pianeta. La scala del pH va da 0 a 14. Al centro della scala si colloca il valore 7 che rappresnta l’equilibrio tra gli ioni H+ (indice di acidità) e gli ioni OH- (indice di alcalinità) presenti in una soluzione. Gli ioni acidi e alcalini sono elementi chimici antagonisti che in genere coesistono in una medesima soluzione in modo inversamente proporzionale: con l’aumentare degli uni diminuiscono gli altri.

La vita e la salute degli animali più evoluti, di cui noi facciamo parte, sono compatibili solo con un pH leggermente alcalino. Quando la nostra biochimica si discosta dal suo valore ottimale di 7,365 i processi cellulari e fisiologici si allontanano dalla normalità dando origine alle più svariate disfunzioni organiche.

Con il tempo poi, queste disfunzioni generano alterazioni morfostrutturali classificate col nome delle svariate malattie croniche degenerative.

Per renderci conto di come l’acidità sia deleteria per il nostro corpo basti osservare cosa accade quando immergiamo un pezzo di carne cruda in un bicchiere di aceto dal pH 2,5-3. Basta lasciarlo tutta la notte e l’indomani mattina lo troveremo flaccido come se fosse stato cotto. Certamente, l’acidità riscontrabile nei nostri tessuti non sarà forte come quella dell’aceto ma è sufficiente un pH appena sotto il 7 per genrare alterazioni funzionali e, con il tempo morfostrutturali importanti incompatibili con la salute e la vita.

Un primo segno di acidosi tissutale è la stanchezza a cui si accompagnano sensazioni di bruciore e dolore di varia intensità in relazione ai livelli di acidità accumulata nei tessuti. L’acidità può accumularsi in qualsiasi zona del corpo dando origine alle più svariate malattie, dalla semplice influenza al cancro, una delle patologie odierne dalla prognosi maggiormente infausta. Un’altra malattia debilitante estremamente diffusa causata dall’acidosi è l’osteoporosi. I’organismo infatti per difendersi dagli acidi sottrae alle ossa minerali alcalini per neutralizzarli.

Dopo queste premesse, penso che sarai interessato a sapere come far fronte nella vita pratica per mantenere l’equilibrio acido-basico necessario per le corrette funzioni fisiologiche ed il benessere complessivo dell’organismo. Il fattore principale dell’accumulo degli acidi nell’organismo è il carente drenaggio degli organi emuntori. Perché quest’ultimi non svolgono adeguatamente il loro lavoro? Semplicemente, perché vengono sovraffaticati da un eccessivo carico di tossine introdotte con farmaci, droghe e cibo inadeguato per il nostro metabolismo digestivo.

Come noi non rendiamo nel nostro lavoro quotidiano a causa della stanchezza dovuta all’eccesso di lavoro e contemporaneamente per carenza di riposo i nostri organi interni, adibiti alle funzioni vitali, non riescono a svolgere adeguatamente le loro mansioni. Il nostro stile di vita è decisamente stressante e sottopone tutto l’organismo ad un duro aggravio di lavoro metabolico. La conseguenza di tutto ciò è che esso invecchia prematuramente. Voi pensate che una persona anziana possa competere, in forza e performance con una più giovane? Allo stesso modo, un corpo invecchiato e debole non potrà funzionare come un corpo giovane e nel pieno delle sue forze.

La funzione metabolica che maggiormente sottrae energia all’organismo, paradossalmente è quella digestiva. Noi ci alimentiamo per ricavare energia da quello che mangiamo ma, il più delle volte il dispendio energetico utilizzato per la digestione non viene compensato dall’energia ricavata dalle relative sostanze nutrititive rese disponibili con la digestione.

La causa di ciò è la carenza digestiva. Purtroppo, se non si digerisce correttamente, i nutrienti contenuti nei cibi non possono essere assorbiti e trasformati dal nostro sistema alchemico che trasmuta le sostanze ingerite in carne ed ossa. L’equilibrio del pH lungo tutto il tratto digerente assicura la massima digeribilità degli alimenti.

Ebbene l‘acqua alcalina, assieme all’utilizzo prevalente di cibi crudi, può darci una grossa mano nell’assicurarci l’equilibrio alcalino di tutto il corpo, condizione necessaria per una buona salute e una lunga vita. Ciò è possibile perché l’acqua alcalina aiuta il sistema digerente nel processo digestivo degli alimenti da cui l’organismo può ricavare tutte le sostanze nutritive ma sopratutto perché l’acqua svolgendo il ruolo di trasporto e scambio, assicura l’approvigionamento di tutti i nutrienti alle cellule e nello stesso tempo lo smaltimento dei rifiuti di scarto prodotti dalle stesse.

Poiché i rifiuti prodotti dal metabolismo cellulare sono acidi, bere acqua alcalina è molto efficace nella neutralizzazione permettendo, così al sistema drenante una loro maggiore e più facile espulsione. L’acqua alcalina contiene ossigeno prontamente biodisponibile e minerali alcalini che vanno a tamponare (neutralizzare) le tossine acide che si sono accumulate nell’organismo.

Pertanto mangiare cibi alcalinizzanti e bere acqua alcalina permette al sistema immunitario di affrontare le situazioni avverse con più facilità.

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Scopri chi sono i Killer delle nostre cellule…e come combatterli!

Quando il nostro organismo è attaccato dai radicali liberi, ecco cosa devi sapere e cosa fare…

Di recente molti studi si sono concentrati sul rapporto tra la formazione di radicali liberi e i danni muscolari ad essi connessi. Cercherò prima di tutto di spiegare cosa sono i radicali liberi: questi si formano come normale conseguenza dei processi metabolici dell’organismo, e possono essere causati anche da fattori ambientali come l’inquinamento e le radiazioni.

Tuttavia sarai sorpreso nello scoprire che anche l’esercizio fisico è associato alla formazione di radicali liberi. Cosa sono dunque queste molecole, e quale è la minaccia che rappresentano per l’atleta?

Tutte le cellule del corpo sono composte da atomi che, a loro volta, contengono coppie di particelle chiamate elettroni. Quando ciascun elettrone di un atomo è accoppiato con un altro elettrone, si parla di atomo stabile. Un radicale libero è un atomo, o un gruppo di atomi (molecola), privo di un elettrone, e viene considerato un elemento molto instabile. Per ritrovare il proprio equilibrio, il radicale libero si attiva per cercare di sottrarre un elettrone ad un altro elettrone. Queste molecole sono note anche come ossidanti perché di solito è l’atomo di ossigeno che perde un elettrone e che quindi sottrae elettroni di altre molecole. Il danno da radicali liberi viene perciò anche chiamato stress ossidativo.

E’ stato dimostrato che attività aerobiche a lungo termine, come la corsa, il ciclismo o lo sci di fondo, aumentano la produzione di queste molecole molto instabili. I danni che queste molecole possono determinare sono soprattutto a carico delle membrane delle cellule con le quali vengono a contatto; esse possono essere cellule del sangue o di organi o apparati, come ad esempio l’apparato vascolare dove il danno determinato sulle cellule endoteliali (le cellule che circondano i vasi) può essere considerato propedeutico ai danni cardiovascolari.

Inoltre attaccano le pareti delle cellule muscolari e dei mitocondri (piccoli organelli intracellulari che sono fondamentali nella produzione di energia), dove provocano la scomposizione delle proteine e sono anche, almeno in parte, responsabili delle infiammazioni e del dolore muscolare, tutte condizioni che contribuiscono a ridurre la resistenza.

Le ricerche hanno dimostrato che gli antiossidanti possono essere elementi fondamentali nel ridurre il dolore muscolare post esercizio e limitare i danni dello stress ossidativo.

A questo punto possono venirci in aiuto gli antiossidanti sotto forma di integratori alimentari, i quali grazie alla loro comodità di impiego ed efficacia si distinguono come le migliori soluzioni attuali. Tra i più efficaci e rinomati troviamo la microidrina nelle varie formule MICROHYDRIN, MICROHYDRIN PLUS e H-500

Assumendo 2 capsule di Microhydrin Plus al giorno si migliora il potenziale antiossidante delle diete ricche di antiossidanti naturali

Microhydrin Plus migliora il potenziale antiossidante delle diete ricche di antiossidanti naturali

Introduzione:
La medicina moderna afferma che la formazione di radicali liberi e di altre molecole sono all’origine dello stress ossidativo, che è una delle cause principali della genesi delle malattie della società moderna. Questi metaboliti tossici intermedi (ITM) agiscono a livello del cuore con un numero impressionante di processi biologici e patologici. Invecchiamento, il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, il diabete, i tumori e le malattie infiammatorie sono solo alcuni ben noti esempi.

Il legame tra ITM e antiossidanti è stato sin dall’inizio studiato, alimentando così l’interesse dei laboratori per analizzare i prodotti che causano tali azioni.

Metodo:
E’ stato condotto uno studio su un totale di 40 soggetti maschili e femminili di età compresa tra i 30 ei 50 anni. Sono stati analizzati sangue, urine e la saliva utilizzando il test bioelettrico Vincent, che misura il potenziale acido-alcalino o pH, il potenziale di ossido-riduzione o rH2 e il potenziale resistività-conduttività.

Le misure della Funzione Antiossidante Totale (eseguite dalla Spectra-cell Laboratories Inc.) sono inoltre state ripetute su campioni a caso.

I soggetti erano sani, non facevano uso di altri integratori o farmaci e osservavano sia una dieta povera di CAOR (Capacità d’Assorbimento di Radicali Ossigenati) oppure di una con un buon indice CAOR, con o senza 2 Microhydrin Plus o placebo (farina di riso). L’esperimento è durato 8 settimane, con una rotazione dopo la 4 settimana.

Risultati:
I risultati hanno evidenziato che i soggetti che avevano utilizzato Microhydrin Plus associata ad una dieta ricca di antiossidanti avevano ottenuto un più alto livello di protezione contro lo stress ossidativo rispetto a quando si attenevano solamente ad una dieta ricca di antiossidanti.
La conclusione dello studio investigativo preliminare suggerisce che Microhydrin Plus svolge un ruolo importante come cofattore per aumentare l’azione antiossidante di origine alimentare.

Questa ricerca è stata sostenuta in parte dal Laboratoire d’évaluation des indices de santé Inc. e da RBC Life Sciences Inc. ed è stato condotto sotto la direzione di Jean-Claude Magny N.D., M.Sc., DESS scienziato responsabile del Centre de Recherche et d’Eductation Orthobiologiques.

La scoperta più sensazionale del secolo? La Microidrina il più potente antiossidante al mondo

MICROIDRINA aumenta la longevità, riduce il rischio di malattie e dona forza inesauribile. Ecco l’essenza dell’acqua più benefica del pianeta Terra

È stato ribattezzato come il più potente antiossidante al mondo. Ma va subito detto che un’affermazione di questo genere porta molte implicazioni nel mondo scientifico. I suoi vantaggi sono indiscutibili, ma ancora molto bisognerà fare affinché questa sostanza – e il relativo utilizzo – possano essere completamenti accettati.

Tutto nasce in Nepal
Sicuramente molti di voi hanno già sentito parlare degli Hunza. Si tratta di una delle popolazioni più longeve al mondo e, soprattutto, meno malate. Sembra che loro non conoscano malattie cardiovascolari, carie e tumori. Vivono nelle montagne del Nepal a 2700 metri di altitudine a nord del Pakistan e su di loro sono stati condotti numerosi studi per comprendere il motivo di tanta salute. Anni fa, due coniugi ricercatori – dottor Patrick e Gael Crystal Flanagan – eseguirono 30 anni di studi sull’acqua che bevevano gli Hunza, proveniente dai ghiacciai della zona. Tale acqua pare avere proprietà completamente differenti a quelle che si trovano nel resto del globo. Per esempio bolle a temperature diverse e ha una viscosità e tensione che nulla hanno a che fare con l’acqua che conosciamo.

Una curiosità
Sapevi che il popolo degli Hunza è conosciuto anche per la sua estrema resistenza fisica? Sembra che molti di loro siano soliti percorrere una strada montana nella regione Gilgit che li costringe a camminare per 190 km (andata e ritorno) senza dormire. E tutto questa senza particolare fatica. Effetto simile riuscì a ottenerlo l’alpinista Dennis Brown che ha 47 anni scalò la cima del monte Everest, arrivando a 8.763 metri di altitudine, dopo aver assunto per un po’ di tempo la Microidrina. Dieci anni prima ci provò senza successo.
L’incontro tra Coanda e Flanagan
In realtà prima dei coniugi Flanagan, il dottor Henry Coanda studiò a fondo l’acqua degli Hunza. I tre si incontrarono in occasione di una collaborazione con il Pentagono. Fu in tale circostanza che i due coniugi capirono che la longevità degli Hunza era dovuta non all’ambiente o all’alimentazione – per altro molto povera – piuttosto alla particolarità dell’acqua. I Flanagan impiegarono quindi quasi trent’anni della loro vita per eseguire test di bioenergetica, campi magnetici, elettrostatici e cristalli che potessero offrire un’acqua simile a quella degli Hunza. Tutte le ricerche furono vane: l’acqua dopo breve tempo perdeva le proprietà ed era impossibile renderla identica a quella che usavano gli Hunza.

La scoperta sensazionale
Dopo trent’anni di ricerche i coniugi Flanagan scoprirono cosa conferisce all’acqua proprietà straordinarie: i minerali che arrivano direttamente dai ghiacciai. Minerali che presero il nome di ‘micro clusters’. Si tratta, sostanzialmente, di micro particelle di silice che attraggono molecole di acqua scindendo naturalmente i grandi gruppi molecolari che si trovano al suo interno.
Particelle infinitesimali
Le particelle di quest’acqua sono talmente piccole da passare tranquillamente dento i tradizionali filtri e di bypassare una distillazione. In sostanza si tratta di colloidi; anzi, per la precisione di nanocolloidi perché hanno dimensioni infinitamente microscopiche: non superano i 10 nanometri. Questi, una volta a contatto con l’acqua reagiscono con essa come fossero una sorta di potentissimi magneti. In tal modo attirano le molecole d’acqua trasformandole e conferendole una forte carica elettrica negativa. E così che un’acqua che sembra normale diviene una ’’super acqua’’.

Come nasce la Microidrina?
Inutile dire che la scoperta della ’’super acqua’’ era sensazionale. I Flanagan avevano trovato un metodo per aumentare la longevità e godere di ottima salute. E così che inizialmente ebbero l’idea di esportare l’acqua in tutto il mondo. Ma tutto ciò – come è ben comprensibile – non era affatto semplice. Diedero così vita a un prodotto secco in grado di mantenere le stesse identiche virtù di un liquido. Per un chimico tutto ciò sfiora il miracolo, ma i ricercatori riuscirono nel loro intento. Il suo nome? Microidrina, un prodotto commercializzato ancora oggi. Il bello di questa sostanza era che miscelando la Microidrina a sostanze nutritive di tutto rispetto, aiutava a assimilarle velocemente senza dover passare attraverso la metabolizzazione epatica.

L’importanza dei colloidi
Il nostro organismo è fisiologicamente strutturato per la presenza di colloidi. A livello della membrana citoplasmatica, per esempio, non possono entrare sostanze superiori a 10 nanometri. Secondo alcune teorie, se il sangue è a ridotto numero di colloidi alcuni tipi di cellule potrebbero ‘appiccicarsi’ tra di loro e invecchiare prima a causa della ridotta attività e scarsità di ossigeno.

Il valore ORP
L’ORP è la capacità di ossido riduzione. Si tratta di una scala di valori misurabile in millivolt (mV) che indica la capacità di una sostanza di prendere o cedere elettroni. Più ha un potenziale positivo più acquista elettroni, per cui ossida e invecchia. Maggiore è il potenziale negativo più elevata è la sua capacità di ravvivare. Indicativamente possiamo dire che molti tipi di acqua – specie quella del rubinetto, distillata o purificata – hanno un altissimo valore ORP che varia dai +200 ai + 400 mV. Per fare un esempio, l’acqua potabile non dovrebbe superare i +60 mV, mentre un succo di verdure biologico ha un potenziale decisamente più negativo, intorno ai -120 mV. Ma l’acqua proveniente dai ghiacciai dell’Hunza arriva a -350 mV. Mentre un bicchiere con estratto secco di Microidrina arriva fino a -650 mV. Ovviamente va subito detto che il valore ORP – trattandosi di un potenziale – non è sufficiente a determinare la qualità di un’acqua. Generalmente perché il tutto sia reso disponibile è necessario anche un ottimo equilibrio con l’idrogeno molecolare: fattore che la Microidrina possiede. Esiste, secondo i ricercatori, un’unica forma di idrogeno biologicamente attivo che viene chiamato idruro H-, la sua peculiarità è quella di possedere un elettrone supplementare. Esso si trova anche nel sangue umano.

La composizione della Microidrina
La Microidrina è formata per lo più da SiOH. Ciò significa che oltre al silicio contiene idrogeno e ossigeno. Possiede anche percentuali minime di solfato di magnesio e potassio.

Come si assume la Microidrina
Le dosi indicative sono di una capsula al giorno fino ad arrivare a 2 nel giro di un paio di mesi. Le capsule devono essere assunte insieme ad almeno 250 ml di acqua. L’assimilazione avviene nel giro di una decina di minuti e dura per circa otto ore. Se viene assunta insieme ad altre sostanze – per esempio antiossidanti – può arrivare ad aumentarne l’assorbimento centinaia di volte. Trattandosi di un potente disintossicante è possibile che già alle prime assunzioni si verifichi un acuirsi di alcuni sintomi, dovuti alla disintossicazione dell’organismo.

Alcuni utilizzi pratici
Molti ricercatori hanno condotto studi sui propri pazienti, ma nei soggetti affetti da malattia è bene consultare il proprio medico durante. Nonostante, infatti, siano stato ottenuti ottimi risultati nella cura di svariate patologie va detto che ancora molta ricerca è necessaria. Alcuni medici (come il Dottor Ron Meyers) hanno testato con successo il prodotto contro infezioni virali, batteriche, fungine, malattie croniche, degenerative, cardiovascolari e problemi respiratori (asma, enfisema, bronchite).

Ottima per gli sportivi
Secondo alcuni studi scientifici recenti [1,2,3] l’assunzione di Microidrina migliorerebbe la resistenza cardiovascolare, la respirazione, il metabolismo e l’accumulo di acido lattico negli sportivi. Indiscrezioni affermano che è grazie alla Microidrina che il famoso maratoneta Andrey Kuznetsov vinse la maratona di Boston nel 1999, quando aveva più di 40 anni. Tutto questo sarebbe reso possibile grazie a una migliore distribuzione dell’ossigeno a livello cellulare.

[1] J Med Food. 2001 Autumn;4(3):151-159. Clinical Effects of a Dietary Antioxidant Silicate Supplement, Microhydrin((R)), on Cardiovascular Responses to Exercise. Purdy Lloyd KL1, Wasmund W, Smith L, Raven PB.

[2] Int J Sport Nutr Exerc Metab. 2004 Oct;14(5):560-73. Effects of microhydrin supplementation on endurance performance and metabolism in well-trained cyclists. Glazier LR1, Stellingwerff T, Spriet LL.

[3] Int J Sport Nutr Exerc Metab. 2004 Oct;14(5):550-9. Effect of microhydrin on blood lactate, protein carbonyls, and glutathione status in rats before and after aerobic exercise. Goldfarb AH1, Bloomer R, McKenzie MJ.

[4] Effect of an herbal/botanical supplement on strength, balance, and muscle function following 12-weeks of resistance training: a placebo controlled study Jonathan Furlong,1 Corey A Rynders,2 Mark Sutherlin,1 James Patrie,1 Frank I Katch,1 Jay Hertel,1 and Arthur Weltmancorresponding author1

[5] Evaluation of Hydroxyl Radical-Scavenging Abilities of Two Dietary Antioxidant Supplements, Microhydrin® and MegaHydrin™ by Fe+2EDTA Induced 2-hydroxyterephthalate Fluorometric Analysis

[6] Ostan, Božena Ambrozius, Alberta Ostan e Aleš Vesel. – Aura, nr. 124/199

[7] Purdy Lloyd, KL, Wasmund W, Smith L, Raven PB. Clinical Effects of a Dietary Antioxidant Silicate Supplement, Microhydrin, on Cardiovascular Responses to Exercise. Journal of Medicinal Food 2001, 4;3; 151-159.

[8] Hagen, TM, et al. Feeding acetyl-l-carnitine and lipoic acid to old rats significantly improves metabolic function while decreasing oxidative stress. Proc. National Academy of Science USA 2003,99,4; 1870-5.

Come i Radicali Liberi Perossidi possono danneggiare le nostre cellule?

La nuova formula di Microhydrin ha dimostrato di fornire elettroni alla superficie nanocluster ™ che hanno il potere di prevenire la formazione dei radicali perossidi. Il test ORAC, misura nello specifico i radicali liberi perossidi. L’utilizzo di un test specifico per misurare questa tipologia di radicali liberi è molto importante, perché i perossidi sono gli ossidanti maggiormente presenti nei sistemi biologici e quindi potenzialmente più dannosi.

Come i Radicali Liberi Perossidi possono danneggiare le nostre cellule?

perossidoIl perossido è una tipologia di radicale libero che si forma all’interno della delicata membrana cellulare. Dal momento che i radicali liberi all’interno o all’esterno di una cellula, attaccano la struttura degli acidi grassi che costituiscono la membrana cellulare, questi creano i radicali liberi chiamati perossidi.

Dal momento che un radicale libero di perossido inizia il suo processo distruttivo nei confronti di una cellula, e nel nostro corpo non è disponibile un adeguato numero di antiossidanti per contrastarlo, si attiverà una catena di eventi che porterà alla distruzione della membrana cellulare. Se questa serie di aggressioni ai danni della membrana cellulare può essere prevenuta, allora la cellula rimarrà intatta. Se invece la cellula non sarà protetta da questo processo degenerativo allora morirà.

Anche se ci sono svariati tipi di radicali liberi e vari test per misurarli, attualmente il test dell’ORAC è diventato di primaria importanza ed è quello raccomandato da biologi ed esperti di antiossidanti.

La validità e la valutazione di questo test è stato supportato dal Dipartimento dell’Agricoltura americano che attualmente lo utilizza come verifica primaria per valutare il potenziale antiossidante di frutta e verdura.

Perché gli elettroni e ioni di idruro in Microhydrin® sono così importanti?

La nuova Microhydrin® fornisce elettroni a varie potenzialità.

Alcuni elettroni oltre ad essere importanti cofattori energetici sono anche abbastanza forti per prevenire i danni causati dai radicali liberi perossidici, come il superossido o l’idrossile.

Molti enzimi all’interno delle nostre cellule trasportano elettroni tramite atomi di idrogeno oppure li trasferiscono direttamente dagli elettroni dell’idrogeno. Questi enzimi sono chiamati deidrogenasi ovvero che tolgono idrogeno, e idrogenasi quelli che invece ne aggiungono.

Alcuni reazioni richiedono un protone di idrogeno con due elettroni ( H- ), altre un protone di idrogeno con un elettrone, e altre ancora fanno uso semplicemente di un singolo elettrone o di una coppia di elettroni. Quando necessario, gli enzimi dall’interno della cellula trasferiscono con molta cura gli ioni di idruro (elettroni da idrogeno) da una molecola all’altra.

Per alimentare le cellule, i mitocondri ovvero il magazzino energetico delle nostre cellule, richiedono H- ed elettroni trasportati dall’ NAD (H). Questo processo serve per attivare e aumentare la produzione dell’ATP. L’ATP è la molecola per la creazione dell’energia primaria del nostro organismo. Per la regolazione di tutte queste funzioni gli elettroni sono fondamentale importanza.

Come dimostrato dai valori molto bassi di ORP -780 mV (Potenziale di Ossido Riduzione), la nuova Microhydrin® ha evidenziano l’apporto di miliardi di elettroni disponibili per l’annientamento di numerose tipologie di radicali liberi.

Anni di ricerca in vari settori, tra cui la biologia, la tecnologia ambientale, chimica dell’acqua e la fisica, hanno dimostrato l’importanza universale ad avere una grande disponibilità di ioni negativi ed elettroni, tale da fornire energia simile a quella energia immagazzinata nelle batterie. Ora possiamo capire come le molecole del corpo e i composti cellulari possono beneficiare di questi elettroni di energia e come possano aiutare a ricostituire e riparare il corpo.

E’ ora riconosciuto che i danni dei radicali liberi sono una delle cause primarie dell’invecchiamento biologico. Alcuni danni tuttavia possono essere invertiti o riparati con l’uso di antiossidanti.

Gli antiossidanti hanno dimostrato di fornire:

  • Resistenza ai vasi sanguigni e la loro rispettiva protezione
  • Salvaguardia delle funzioni di apprendimento e la memoria
  • Protezione dell’apparato polmonare
  • Salvaguardia della flessibilità delle articolazioni e delle ossa
  • Protezione delle membrane cellulari
  • Protezione al DNA
  • Supporto al sistema cardiovascolare

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